LAVORI IN CORSO

l’alba accentua il verde
irrigato degli orti. Latina
è una pianura di foglie sulle quali
una leggera brezza
ha lasciato le sue tracce.
Due trattori sono in marcia
le nuvole arretrano.
Se questo è il cuore dell’Italia
io sto risalendo la preistoria.
Ho bisogno di una sigaretta
espellere tutto d’un fiato
l’onda luttosa sarebbe
l’inizio di un miracolo.
Io e la fede all’improvviso
baciati da un laccio emostatico..

Buio precoce lungo i viali.
Dopo le diciassette
i lampioni ululano
le solite penombre. Marcello
odia i pomeriggi brevi.. purtroppo
il sole viene spesso sottomesso
dal potere gelido delle alpi.
All’improvviso la nebbia unge le chiome
i battistrada pattinano sugli incroci
abbiamo una bici in due l’equilibrio
è un po’ precario. Prima della cena
osserviamo anche noi il rito dell’aperitivo
vino bianco frizzante bollicine
nell’anima surgelata.. mentre l’autunno
ammucchia suicidi di foglie
ai lati della noia..

Sostanzialmente ci muoviamo nella nebbia
come due gatti randagi. Valenza Po
dorme con le sue camere in affitto..
non è poi così diversa
dalla nostra sgangherata cittadina del sud.
Quando la vita tace il profilo del cemento
non ha segni particolari
è tutto un ammasso di porte blindate
allarmi loquaci serrature assopite..
Però stasera quelle parole
scambiate con il gin
hanno trascinato la bottiglia
nel tuo bersaglio
poi la memoria ha fatto fuoco
come sempre quando amarsi
è una guerra tra sogni
a lunga scadenza..

i denti battono, il freddo praticamente
ci ha presi in ostaggio.
La catena della bici sembra mummificata
Marcello però non si arrende
pedala contro tempo.
Dicembre è il miraggio del ritorno
la voce calda del focolare
quella che mette tutti attorno a un sogno
mentre ci accontentiamo
di un tacchino al forno.
La follia ormai la sera al pub
crea certezze d’allegria.
Laura la pensa come me
sfuggiti dal demone
ogni respiro è partecipazione.
Non fingo quando le prometto
una famiglia tra lo scirocco
eppure ride perché in fondo
ama questa nebbia
il bianco versato sui perimetri,
lei è nata tra la neve
io invece sono venuto a conviverci
come un Cristo
fottuto da una bussola.

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Poesia per me è dare voce alle migliaia di persone che ho incontrato perchè attraverso loro riesco a riascoltare un pò della mia disperazione. Sono loro lo specchio delle mie ore calpestate per raggiungere l’irraggiungibile. Così mi parlo addosso, scuoto il corpo, la mente mai perfettamente lucida dopo quelle strade battute da una libertà troppo stupefacente per essere essenziale come una boccata d’aria. Eppure lo ammetto quando scrivo versi mi do in pasto felicemente al dolore degli altri per consolare il mio, sono forse un illuso ma mai pentito d’aver vissuto troppo in fretta per sentirmi adesso un uomo in pace con se stesso. Poesia, per me, è inquietudine e bellezza … quando si schiude un miracolo fatto di vita. 

Sono nato a Comiso nel 1969. Diplomatomi all’Istituto statale d’arte ormai da anni vivo e lavoro (solo per sopravvivere) qui. Sono un ex creatore di gioielli lavoro per il quale ho vissuto alcuni anni a Valenza Po. Ho fatto anche svariati mestieri ma l’unica certezza che ho sempre portato con me è la poesia. Ho pubblicato diversi libri di poesia i più recenti sono: Nel rigore di una memoria infetta (Ed. Archi libri, di Comiso) e La quiete dei respiri fondati (da pochi mesi stampato a cura dei quaderni dell’Ussero, puntoacapo editrice). Questi inediti fanno parte di un racconto in versi o meglio sono le prime tracce poetiche di un lavoro non del tutto predefinito.